Comunicato Stampa

Trovato un nuovo pianeta intorno alla stella più vicina al Sole

10 Febbraio 2022

Un'equipe di astronomi, utlizzando il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO (European Southern Observatory) in Cile ha trovato le prove della presenza di un altro pianeta in orbita attorno a Proxima Centauri, la stella più vicina al Sistema Solare. Questo candidato pianeta è il terzo e il più leggero tra quelli finora scoperti nel sistema. Con una massa pari a solo un quarto della massa terrestre, il pianeta è anche uno degli esopianeti più leggeri mai trovati.

"La scoperta mostra che il sistema della stella più vicina a noi sembra essere affollato di nuovi mondi interessanti, alla portata di ulteriori studi ed esplorazioni future", spiega João Faria, ricercatore presso l'Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Portogallo e autore principale del studio pubblicato oggi su Astronomy & Astrophysics. Proxima Centauri, a poco più di quattro anni luce di distanza, è la stella più vicina al Sole, .

Il pianeta appena scoperto, chiamato Proxima d, orbita intorno a Proxima Centauri a una distanza di circa quattro milioni di chilometri, meno di un decimo della distanza di Mercurio dal Sole. Orbita tra la stella e la zona abitabile - l'area intorno a una stella in cui l'acqua, se presente, può rimanere liquida sulla superficie di un pianeta - e impiega solo cinque giorni per compiere un'intera orbita intorno a Proxima Centauri.

Sappiamo già che la stella ospita altri due pianeti: Proxima b, un pianeta di massa paragonabile a quella della Terra che orbita all'interno della zona abitabile della stella ogni 11 giorni, e il candidato pianeta Proxima c, che si trova su un'orbita più lunga, di cinque anni, intorno alla stella.

Proxima b è stato scoperto alcuni anni fa utilizzando lo strumento HARPS montato sul telescopio da 3,6 metri dell'ESO. La scoperta è stata confermata nel 2020 quando gli scienziati hanno osservato il sistema di Proxima con un nuovo strumento sul VLT dell'ESO che aveva una maggiore precisione, l'Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations (ESPRESSO). È stato durante queste più recenti osservazioni del VLT che gli astronomi hanno individuato i primi accenni di un segnale corrispondente a un oggetto con un'orbita di cinque giorni. Poiché il segnale era così debole, il team ha dovuto condurre osservazioni di follow-up con ESPRESSO per confermare che fosse dovuto a un pianeta e non semplicemente al risultato di cambiamenti nella stella stessa.

"Dopo aver ottenuto nuove osservazioni, siamo stati in grado di confermare che questo segnale corrispondeva a un nuovo candidato pianeta", afferma Faria. "Ero emozionato dalla sfida di trovare un segnale così debele e, nel frattempo, di scoprire un esopianeta così vicino alla Terra".

Con una massa di appena un quarto della massa della Terra, Proxima d è l'esopianeta più leggero mai misurato utilizzando la tecnica della velocità radiale e batte il pianeta scoperto di recente nel sistema planetario L 98-59. La tecnica funziona rilevando le minuscole oscillazioni nel movimento di una stella create dall'attrazione gravitazionale di un pianeta in orbita. L'effetto della gravità di Proxima d è così piccolo che fa sì che Proxima Centauri si muova avanti e indietro con una velocità di circa 40 centimetri al secondo (1,44 chilometri all'ora).

"Questo risultato è veramente importante", afferma Pedro Figueira, scienziato responsabile dello strumento ESPRESSO presso l'ESO in Cile. "Mostra che la tecnica della velocità radiale ha il potenziale per svelare una popolazione di pianeti leggeri, come il nostro, che dovrebbero essere i più abbondanti nella nostra galassia e che potrebbero ospitare la vita come la conosciamo".

La scoperta mostra chiaramente di cosa è capace ESPRESSO e mi fa sognare su cosa sarà in grado di trovare in futuro”, aggiunge Faria.

La ricerca di altri mondi fatta con ESPRESSO sarà corroborata dall'Extremely Large Telescope (ELT) dell'ESO, attualmente in costruzione nel deserto di Atacama, che sarà fondamentale per scoprire e studiare molti altri pianeti intorno a stelle vicine.

Ulteriori Informazioni

Questo risultato è stato presentato nell'articolo “A candidate short-period sub-Earth orbiting Proxima Centauri” (doi:10.1051/0004-6361/202142337) pubblicato dalla rivista Astronomy & Astrophysics.

L'equipe è composta da J. P. Faria (Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Universidade do Porto, Portogallo [IA/UPorto], Centro de Astrofísica da Universidade do Porto, Portogallo [CAUP] e Departamento de Física e Astronomia, Faculdade de Ciências, Universidade do Porto, Portogallo [FCUP]), A. Suárez Mascareño (Instituto de Astrofísica de Canarias, Tenerife, Spagna [IAC], Departamento de Astrofísica, Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna [IAC-ULL]), P. Figueira (European Southern Observatory, Santiago, Cile [ESO-Chile], IA-Porto), A. M. Silva (IA-Porto, FCUP) M. Damasso (Osservatorio Astrofisico di Torino, Italia [INAF-Turin]), O. Demangeon (IA-Porto, FCUP), F. Pepe (Département d’astronomie de l’Université de Genève, Svizzera [UNIGE]), N. C. Santos (IA-Porto, FCUP), R. Rebolo (Consejo Superior de Investigaciones Científicas, Madrid, Spagna [CSIC], IAC-ULL, IAC), S. Cristiani (INAF - Osservatorio Astronomico di Trieste, Italia [OATS]), V. Adibekyan (IA-Porto), Y. Alibert (Physics Institute of University of Bern, Svizzera), R. Allart (Department of Physics, e Institute for Research on Exoplanets, Université de Montréal, Canada, UNIGE), S. C. C. Barros (IA-Porto, FCUP), A. Cabral (Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa, Portogallo [IA-Lisboa], Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa, Portogallo [FCUL]), V. D’Odorico (OATS, Institute for Fundamental Physics of the Universe, Trieste, Italia [IFPU], Scuola Normale Superiore, Pisa, Italia) P. Di Marcantonio (OATS), X. Dumusque (UNIGE), D. Ehrenreich (UNIGE), J. I. González Hernández (IAC-ULL, IAC), N. Hara (UNIGE), J. Lillo-Box (Centro de Astrobiología (CAB, CSIC-INTA), Depto. de Astrofísica, Madrid, Spagna), G. Lo Curto (European Southern Observatory, Garching bei München, Germany [ESO], ESO-Cile) C. Lovis (UNIGE), C. J. A. P. Martins (IA-Porto, Centro de Astrofísica da Universidade do Porto, Portogallo), D. Mégevand (UNIGE), A. Mehner (ESO-Chile), G. Micela (INAF - Osservatorio Astronomico di Palermo, Italia), P. Molaro (OATS, IFPU), N. J. Nunes (IA-Lisboa), E. Pallé (IAC, IAC-ULL), E. Poretti (INAF - Osservatorio Astronomico di Brera, Merate, Italia), S. G. Sousa (IA-Porto, FCUP), A. Sozzetti (INAF-Turin), H. Tabernero (Centro de Astrobiología, Madrid, Spagna [CSIC-INTA]), S. Udry (UNIGE), e M. R. Zapatero Osorio (CSIC-INTA).

L'ESO (European Southern Observatory o Osservatorio Europeo Australe) consente agli scienziati di tutto il mondo di scoprire i segreti dell'Universo a beneficio di tutti. Progettiamo, costruiamo e gestiamo da terra osservatori di livello mondiale - che gli astronomi utilizzano per affrontare temi interessanti e diffondere il fascino dell'astronomia - e promuoviamo la collaborazione internazionale per l'astronomia. Fondato come organizzazione intergovernativa nel 1962, oggi l'ESO è sostenuto da 16 Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera), insime con il paese che ospita l'ESO, il Cile, e l'Australia come partner strategico. Il quartier generale dell'ESO e il Planetario e Centro Visite Supernova dell'ESO si trovano vicino a Monaco, in Germania, mentre il deserto cileno di Atacama, un luogo meraviglioso con condizioni uniche per osservare il cielo, ospita i nostri telescopi. L'ESO gestisce tre siti osservativi: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l’ESO gestisce il VLT (Very Large Telescope) e il VLTI (Very Large Telescope Interferometer), così come due telescopi per survey, VISTA, che lavora nell'infrarosso, e VST (VLT Survey Telescope) in luce visibile. Sempre a Paranal l'ESO ospiterà e gestirà la schiera meridionale di telescopi di CTA, il Cherenkov Telescope Array Sud, il più grande e sensibile osservatorio di raggi gamma del mondo. Insieme con partner internazionali, l’ESO gestisce APEX e ALMA a Chajnantor, due strutture che osservano il cielo nella banda millimetrica e submillimetrica. A Cerro Armazones, vicino a Paranal, stiamo costruendo "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo" - l'ELT (Extremely Large Telescope, che significa Telescopio Estremamente Grande) dell'ESO. Dai nostri uffici di Santiago, in Cile, sosteniamo le operazioni nel paese e collaboriamo con i nostri partner e la società cileni.

La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.

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Questa è una traduzione del Comunicato Stampa dell'ESO eso2202.

Sul Comunicato Stampa

Comunicato Stampa N":eso2202it-ch
Nome:Proxima Centauri, Proxima d
Tipo:Milky Way : Star : Circumstellar Material : Planetary System
Facility:Very Large Telescope
Instruments:ESPRESSO
Science data:2022A&A...658A.115F

Immagini

Rappresentazione artistica di Proxima d (primo piano)
Rappresentazione artistica di Proxima d (primo piano)
Rappresentazione artistica di Proxima d (panoramica)
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Proxima Centauri nella costellazione australe del Centauro
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Il cielo intorno a Alfa e Proxima Centauri (con note)
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Un vicino di casa, pianeta ultraleggero (ESOcast in pillole 250)
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