Comunicato Stampa
Un gruppo di astronomi ottiene l'immagine più dettagliata di una galassia di mille colori
18 Giugno 2025
Alcuni astronomi hanno creato un capolavoro galattico: un'immagine ultra dettagliata che rivela caratteristiche inedite nella galassia dello Scultore. Utilizzando il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO (Osservatorio Europeo Australe), hanno osservato questa galassia vicina in migliaia di colori simultaneamente. Catturando enormi quantità di dati in ogni singola posizione, hanno creato un'istantanea dell'intera galassia dello Scultore che descrive la vita delle stelle che la compongono.
"Le galassie sono sistemi incredibilmente complessi che stiamo ancora faticando a comprendere", afferma il ricercatore dell'ESO Enrico Congiu, che ha condotto un nuovo studio sulla Galassia dello Scultore per Astronomy & Astrophysics. Le galassie, con un diametro di centinaia di migliaia di anni luce, sono molto grandi, ma la loro evoluzione dipende da ciò che accade a scale molto più piccole. "La Galassia dello Scultore si trova in una posizione ideale", afferma Congiu. "È abbastanza vicina da poterne risolvere la struttura interna e studiarne i componenti fondamentali con incredibile dettaglio, ma nello stesso tempo è sufficientemente grande da poterla vedere ancora come un sistema completo".
I componenti fondamentali di una galassia – stelle, gas e polvere – emettono luce di diversi colori. Pertanto, più sfumature di colore sono raccolte nell'immagine di una galassia, più possiamo imparare sul suo funzionamento interno. Mentre le immagini convenzionali contengono solo una manciata di colori, questa nuova mappa della Galassia dello Scultore ne comprende migliaia. Questo fornisce agli astronomi tutto ciò che serve sapere su stelle, gas e polvere all'interno, come l'età, la composizione e il moto.
Per creare questa mappa della Galassia dello Scultore, nota anche come NGC 253, che si trova a 11 milioni di anni luce di distanza da noi, i ricercatori l'hanno osservata per oltre 50 ore con lo strumento Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) installato sul VLT dell'ESO. Il gruppo di lavoro ha dovuto abilmente unire più di 100 diverse esposizioni per coprire un'area che contiene la galassia di circa 65.000 anni luce di lato.
Secondo la coautrice Kathryn Kreckel dell'Università di Heidelberg, in Germania, questo rende la mappa uno strumento potente: "Possiamo ingrandire l'immagine per studiare singole regioni di formazione stellare, fin quasi alla scala delle singole stelle, ma possiamo anche rimpicciolirla per studiare la galassia nel suo complesso".
Nella prima analisi dei dati, il gruppo ha scoperto nella Galassia dello Scultore circa 500 nebulose planetarie e regioni di gas e polvere espulse da stelle morenti simili al Sole. Il coautore Fabian Scheuermann, dottorando all'Università di Heidelberg, contestualizza questo numero: "Al di fuori del nostro vicinato galattico, di solito abbiamo a che fare con meno di 100 singole sorgenti per galassia".
Grazie alle loro proprietà, le nebulose planetarie possono essere utilizzate come indicatori di distanza dalle galassie che le ospitano. "Trovare le nebulose planetarie ci permette di verificare la distanza dalla galassia, un'informazione critica, da cui dipendono tutti gli altri studi sulla galassia", afferma Adam Leroy, professore presso la Ohio State University, negli Stati Uniti, e coautore dello studio.
In futuro, alcuni progetti che sfrutteranno la mappa studieranno come il gas fluisce, cambia la propria composizione e forma stelle in tutta la galassia. "Come processi così piccoli possano avere un impatto così grande su una galassia le cui dimensioni totali sono migliaia di volte più grandi è ancora un mistero", conclude Congiu.
Ulteriori Informazioni
Questo risultato è stato descritto in un articolo accettato per la pubblicazione da Astronomy & Astrophysics.
L'equipe è composta da E. Congiu (European Southern Observatory, Cile [ESO Chile]), F. Scheuermann (Astronomisches Rechen-Institut, Zentrum für Astronomie der Universität Heidelberg, Germania [ARI-ZAH]), K. Kreckel (ARI-ZAH), A. Leroy (Department of Astronomy e Center for Cosmology and Astroparticle Physics, The Ohio State University [OSU], USA), E. Emsellem (European Southern Observatory, Germania [ESO Garching] e Univ. Lyon, Univ. Lyon1, ENS de Lyon, CNRS, Centre de Recherche Astrophysique de Lyon, Francia), F. Belfiore (INAF – Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Italia), J. Hartke (Finnish Centre for Astronomy with ESO [FINCA] e Tuorla Observatory, Department of Physics and Astronomy [Tuorla], University of Turku, Finlandia), G. Anand (Space Telescope Science Institute, USA), O. V. Egorov (ARI-ZAH), B. Groves (International Centre for Radio Astronomy Research, University of Western Australia, Australia), T. Kravtsov (Tuorla e FINCA), D. Thilker (Department of Physics and Astronomy, The Johns Hopkins University, USA), C. Tovo (Dipartimento di Fisica e Astronomia ‘G. Galilei’, Università di Padova, Italia), F. Bigiel (Argelander-Institut für Astronomie, Universität Bonn, Germania), G. A. Blanc (Observatories of the Carnegie Institution for Science, USA, e Departamento de Astronomía, Universidad de Chile, Cile), A. D. Bolatto e S. A. Cronin (Department of Astronomy, University of Maryland, USA), D. A. Dale (Department of Physics and Astronomy, University of Wyoming, USA), R. McClain (OSU), J. E. Méndez-Delgado (Instituto de Astronomía, Universidad Nacional Autónoma de México, Messico), E. K. Oakes (Department of Physics, University of Connecticut, USA), R. S. Klessen (Universität Heidelberg, Zentrum für Astronomie, Institut für Theoretische Astrophysik e Interdisziplinäres Zentrum für Wissenschaftliches Rechnen, Germania, Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian, USA e Elizabeth S. & Richard M. Cashin Fellow al Radcliffe Institute for Advanced Studies at Harvard University, USA), E. Schinnerer (Max-Planck-Institut für Astronomie, Germania), T. G. Williams (Sub-department of Astrophysics, Department of Physics, University of Oxford, Regno Unito).
L'ESO (European Southern Observatory o Osservatorio Europeo Australe) consente agli scienziati di tutto il mondo di scoprire i segreti dell'Universo a beneficio di tutti. Progettiamo, costruiamo e gestiamo da terra osservatori di livello mondiale - che gli astronomi utilizzano per affrontare temi interessanti e diffondere il fascino dell'astronomia - e promuoviamo la collaborazione internazionale per l'astronomia. Fondato come organizzazione intergovernativa nel 1962, oggi l'ESO è sostenuto da 16 Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera), insime con il paese che ospita l'ESO, il Cile, e l'Australia come partner strategico. Il quartier generale dell'ESO e il Planetario e Centro Visite Supernova dell'ESO si trovano vicino a Monaco, in Germania, mentre il deserto cileno di Atacama, un luogo meraviglioso con condizioni uniche per osservare il cielo, ospita i nostri telescopi. L'ESO gestisce tre siti osservativi: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l’ESO gestisce il VLT (Very Large Telescope) e il VLTI (Very Large Telescope Interferometer), così come due telescopi per survey, VISTA, che lavora nell'infrarosso, e VST (VLT Survey Telescope) in luce visibile. Sempre a Paranal l'ESO ospiterà e gestirà la schiera meridionale di telescopi di CTA, il Cherenkov Telescope Array Sud, il più grande e sensibile osservatorio di raggi gamma del mondo. Insieme con partner internazionali, l’ESO gestisce APEX e ALMA a Chajnantor, due strutture che osservano il cielo nella banda millimetrica e submillimetrica. A Cerro Armazones, vicino a Paranal, stiamo costruendo "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo" - l'ELT (Extremely Large Telescope, che significa Telescopio Estremamente Grande) dell'ESO. Dai nostri uffici di Santiago, in Cile, sosteniamo le operazioni nel paese e collaboriamo con i nostri partner e la società cileni.
La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.
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Contatti
Enrico Congiu
European Southern Observatory (ESO)
Santiago, Chile
E-mail: econgiu@eso.org
Kathryn Kreckel
Heidelberg University
Heidelberg, Germany
Tel.: +49 6221 54-1859
E-mail: kathryn.kreckel@uni-heidelberg.de
Adam Leroy
The Ohio State University
Columbus, Ohio, USA
Tel.: +1 614 292-1765
E-mail: leroy.42@osu.edu
Fabian Scheuermann
Heidelberg University
Heidelberg, Germany
E-mail: f.scheuermann@uni-heidelberg.de
Bárbara Ferreira
ESO Media Manager
Germany, Germany
Tel.: +49 89 3200 6670
Cell.: +49 151 241 664 00
E-mail: press@eso.org
Joerg Gasser (press contact Svizzera)
Rete di divulgazione scientifica dell'ESO
E-mail: eson-switzerland@eso.org
Sul Comunicato Stampa
Comunicato Stampa N": | eso2510it-ch |
Nome: | NGC 253, Sculptor Galaxy |
Tipo: | Local Universe : Galaxy : Type : Barred |
Facility: | Very Large Telescope |
Instruments: | MUSE |
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